BOLLETTE A 28 GIORNI. ANTITRUST: E’ CARTELLO

by Gianluca Errera
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Da qualche giorno comunicata, dopo la segnalazione di Altroconsumo e due anni di indagini, la decisione dell’Antitrust che condanna gli operatori telefonici Wind 3, Vodafone, TIM e Fastweb a pagare complessivamente 228 milioni di euro per aver fatto cartello e aver di fatto annullato la concorrenza sul mercato addebitando le bollette ogni 28 giorni, per un totale di 13 mensilità l’anno invece che 12. Una vicenda che ha coinvolto circa 12 milioni di utenti di linea fissa.

Le sanzioni ammontano rispettivamente a 14.756.250 a Fastweb, 114.398.325 per TIM, 59.970.351, 25 per Vodafone Italia e 38.973750 per Wind Tre.

Esprimiamo la nostra massima soddisfazione per la decisione dell’Antitrust che ha confermato quello che avevamo denunciato ormai 2 anni fa: le compagnie telefoniche hanno fatto cartello sulla vicenda delle tariffe a 28 giorni soffocando la libertà di scelta e il risparmio degli utenti. – dichiara Ivo Tarantino, Responsabile Relazioni Esterne Altroconsumo – È dal 2017 che siamo in prima linea per difendere i consumatori in questa battaglia. La giustizia amministrativa ha già confermato gli abusi delle Telco e le ha obbligate a rimborsare i consumatori per i giorni erosi. Oggi arriva questa decisione che speriamo chiuda in maniera definitiva la “vicenda 28 giorni”. È arrivato il momento che le compagnie telefoniche mettano fine a tutti gli stratagemmi – dai costi nascosti alle offerte poco trasparenti – ai danni degli utenti e recuperino la fiducia dei consumatori”.

 L’Autorità ha coinvolto Altroconsumo nel percorso che ha portato alla decisione odierna: questa sanzione sottolinea il ruolo dell’Organizzazione a tutela dei consumatori.

 L’impegno di Altroconsumo nel settore Telco: un po’ di storia

Risale al 2015 la decisione di Wind che ha iniziato ad addebitare le bollette relative alla telefonia fissa ogni 28 giorni obbligando i consumatori a pagare 13 mensilità/anno invece che 12. Successivamente altre compagnie telefoniche si sono unite a questa azione indebita di rimodulazione ai danni dei consumatori, con un guadagno complessivo del settore pari a oltre 1 miliardo di euro all’anno.

A dicembre del 2017, Agcom accoglie le richieste delle associazioni dei consumatori e sanziona per 1,16 milioni di euro ciascuno (il massimo di legge) Tim, Vodafone, Wind 3 e Fastweb per non aver rispettato le modalità di comunicazione nel rinnovo delle offerte.

Altroconsumo in quell’occasione diffida gli operatori telefonici a restituire la tredicesima mensilità prelevata indebitamente dalle tasche dei consumatori e lancia la campagna “Ridateci la tredicesima” alla quale hanno aderito più di 30 mila persone nei primi mesi del 2018.

All’inizio del 2018, osservando i movimenti pressoché simultanei delle Telco e le modalità analoghe di comunicazione, Altroconsumo interviene nuovamente sulla vicenda segnalando all’Autorità Garante della concorrenza e del mercato l’ipotesi di un cartello. A marzo scattano le perquisizioni della Guardia di Finanza nelle sedi delle società.

Contemporaneamente, per porre fine a questa prassi illegittima, Altroconsumo chiede alle Istituzioni un intervento legislativo che vede la luce a dicembre del 2017 (Legge 172/2017): la norma – entrata in vigore ad aprile 2018 –  prevede che gli operatori tornino alla fatturazione mensile per i servizi di telefonia fissa e mobile, internet e pay tv.

A luglio del 2019 era arrivata – dopo una lunga “guerra” di ricorsi tra Agcom, TAR Lazio e Consiglio di Stato –  la sentenza definitiva del Consiglio di Stato che ha respinto i ricorsi di Wind 3, Vodafone, TIM e Fastweb intimando alle compagnie di rimborsare i giorni erosi con le tariffe a 28 giorni.

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